Coronavirus: fa più paura questa epidemia o le notizie?

quando l'eccesso di informazioni fa più paura del rischio della malattia
Share on facebook
Facebook
Share on google
Google+
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
Share on pinterest
Pinterest

In queste settimane non siamo a rischio solo per l’epidemia di coronavirus. Un’epidemia, in effetti, altrettanto pericolosa è quella da “infodemia”.  Con il termine infodemia, si intende la diffusione virale, in quantità spropositata, di informazioni su un tema, che rendono più difficile l'informazione corretta. La viralità delle notizie non pensabile prima, grazie alle nuove tecnologie è diventata parte la nostra realtà.
 

Infodemia: la paura del contagio, supera la paura di ammalarsi

 

In teoria non c’è nulla di male ad essere informati costantemente e in maniera dettagliata. In pratica un tale livello di informazione, specie quando non sono informazioni attendibili, contribuisce ad acuire stati emotivi di disagio psicologico.

 

Da quando abbiamo sentito nominare per la prima volta il COVID-19 sono passati solo pochi mesi. Nel mentre siamo stati sopraffatti, però, dagli aggiornamenti continui sulle aree di contagio, i sintomi, il numero di ammalati, i morti, i guariti. L'ordine di questo elenco non è casuale. Per la nostra mente ha un impatto diverso se le informazioni iniziali riguardano i nostri timori o le nostre speranze. Tendiamo a farci influenzare maggiormente da ciò che sentiamo all'inizio, piuttosto che da quello che sentiamo in un secondo tempo.

 

L'Italia ha avuto più casi di coronavirus  degli altri Paesi europei. Fin da subito il governo ha preso misure cautelative, per rallentare il diffondersi del contagio. Queste strategie hanno avuto un effetto immediato sulla nostra vita e le nostre abitudini: la chiusura della scuola, delle chiese, l’annullamento di tutti gli eventi e le manifestazioni sportive, lo smart working per molte aziende. 

 

Non sempre, però, il senso di queste cautele è spiegato chiaramente. Le strategie di contenimento hanno scatenato il panico in molte persone. Soprattutto nei primi giorni, il tono delle informazioni è stato allarmistico. Poche testate giornalistiche o programmi tv hanno spiegato che questo tipo di strategie sono efficaci nel contenimento delle epidemie, con stime che vanno dal 20 al 55% di diminuzione dei casi.

 

Effetti dell’infodemia: aumento della paura e comportamenti irrazionali

 

La paura della malattia è vaga, in alcuni casi assente, se si pensa che in molti casi i soggetti contagiati sono asintomatici. Quello che alza il livello dell’ansia è diventata la paura del contagio, dovuto all’eccesso di informazioni, appunto all’infodemia. Per strada la gente si guarda di sottecchi, con sospetto, un veloce sguardo per rispondere all’angosciosa domanda: “sarà davvero sana questa persona”?

 

Non possiamo essere nemmeno al sicuro a casa nostra; disinfettate tutte le superfici! Non possiamo fidarci nemmeno dei nostri cari, uno dei casi più eclatanti di contagio è avvenuto ad un funerale a Foggia, proprio tra amici e parenti!

 

In casi estremi, il panico può portare a comportamenti irreparabili. In Cina, in Arabia Saudita e in India si contano tre suicidi. Le vittime risultavano negative ai tamponi, quindi non infette, né contagiose, ma in quarantena preventiva oppure che non tolleravano l'idea di aver contagiato i familiari. 

 

Effetti dell’infodemia: ragionamento irrazionale 

 

L’infodemia, ovvero l'eccesso di notizie non sempre corrette, influenza il nostro pensiero e aumenta la percezione del rischio, a livelli eccessivi rispetto al reale pericolo. Il nostro sistema cognitivo è progettato, infatti, per proteggerci, non per seguire il processo logico.

 

Per esempio, nel 2018 ci sono stati 11 incidenti mortali di volo con 530 vittime nel mondo. Gli incidenti stradali, solo in Italia, sempre nello stesso anno, sono stati 172.553 e hanno causato 3.334 vittime.

 

Nonostante le statistiche, rimane il fatto che quasi nessuno ha paura di mettersi in macchina. Diversamente, la paura del volo rende difficile mettersi in viaggio a molti. Sicuramente non aiuta il fatto che gli incidenti aerei suscitino molto scalpore. Gli aggiornamenti nei programmi tv e sui giornali in merito alle cause di questi disastri possono durare giorni, raramente gli incidenti stradali hanno lo stesso spazio. 

 

Infodemia e paura del contagio: come gestirla

 

Per combattere il pericolo relativo all’infodemia le regole rimangono le stesse del buon senso.

 

  1. Non tutte le informazioni sono uguali. Preferite l’informazione dalle fonti ufficiali, per es. quelle provenienti dal  Ministero della Salute o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
  2. Considerate con pensiero critico qualsiasi notizia provenga dai social network o dai sentito dire delle persone che vi circondano. 
  3. Analizzate le vostre emozioni e i pensieri collegati. Il fatto che siamo spaventati è un meccanismo di protezione istintivo, non equivale automaticamente ad essere in pericolo di vita.  
     

Ti potrebbe interessare anche: #NoPhoneDay per un utilizzo consapevole

 

FONTI: Coronavirus, gli psichiatri: “C’è una epidemia cognitiva. Ingiustificate ed eccessive reazioni”.
             Che cosa significa infodemia, la malattia che secondo l'OMS fa più male del coronavirus