La tristezza è una scelta?

Possiamo decidere di cercare la felicità nella nostra vita. Essere felici può essere un obiettivo concreto da realizzare facendo cose che ci fanno stare bene con persone che amiamo e ci amano e, magari, in posti piacevoli.
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Possiamo decidere di cercare la felicità nella nostra vita. Essere felici può essere un obiettivo concreto da realizzare facendo cose che ci fanno stare bene con persone che amiamo e ci amano e, magari, in posti piacevoli.

Siamo ovviamente consapevoli che non sempre possiamo esserlo, perché la vita è fatta anche di momenti bui, di capitoli difficili e di giornate grigie di cui non vediamo mai la fine. Però, ognuno di noi conosce e sperimenta almeno un paio di strategie che, se messe in atto, possono farci felici almeno per un po’ e tendiamo a metterle in pratica ogni volta che ci capita l’occasione. In quest’ottica la felicità è una scelta e nessuno di noi avrebbe da ridire.

Anche l’infelicità però può essere una nostra scelta. Quante volte realizziamo che ci sono cose nella nostra vita che non solo non ci aiutano, ma costituiscono degli ostacoli al nostro benessere? Che siano persone, situazioni o abitudini, se fanno parte della nostra vita è perchè noi scegliamo così. Questo pensiero è meno facile da accettare: siamo noi la causa della nostra infelicità. Preferiamo dirci che la nostra tristezza “è colpa di…” inserite pure il nome di una persona che vi toglie il sorriso. Se la nostra vita non va bene “è perché…” completate la frase con la prima situazione specifica che vi viene in mente. Chi continua a dare potere a quelle persone? Chi non considera tutte le altre situazioni altrettanto importanti che viviamo e che sono fonte di soddisfazione? Ecco, siamo noi. Noi possiamo scegliere e certe volte, semplicemente, non scegliamo per il meglio. 

 

Qual è la soluzione? Siamo noi che controlliamo le nostre emozioni. In psicologia il termine utilizzato è regolazione emotiva. Possiamo controllare quali emozioni provare, per quanto tempo e persino con quanta intensità. Quando siamo felici è semplice: prendiamo nota di ciò che è connesso con questo stato e cerchiamo di trattenerlo il più possibile. 

Le cose si complicano, invece, quando siamo tristi.

Secondo uno studio dell’università Ebraica di Gerusalemme in collaborazione con quella di Yale, le persone infelici tendono a scegliere di fare cose che mantengono l’infelicità piuttosto che cercare di cambiarlo. La ricerca si proponeva di capire se le persone depresse hanno un mal funzionamento nel sistema di regolazione delle emozioni che impedisce di cambiare come si sentono emotivamente, oppure, l’ipotesi presa in esame, che le persone depresse, anche potendo scegliere di cambiare lo stato emotivo in favore di uno piacevole, scelgono di rimanere in quello negativo. 

Se la cosa vi stupisce, pensate a quella volta in cui vi sentivate giù per qualche motivo e invece di fare una cosa che vi facesse stare bene come uscire a fare una passeggiata o chiamare un amico, avete invece selezionato la vostra playlist di canzoni strappalacrime e pianto per due ore. 

Non esiste una ricetta semplice per una vita felice, ma riconoscere che siamo noi ad avere il controllo di quello che proviamo e quindi delle nostre emozioni, è il primo passo per scoprire quali sono gli altri ingredienti!  

Per la descrizione approfondita dello studio e le relative fonti, si rimanda alla pubblicazione “Sadness as a matter of choice”.