Procrastinare: un tratto di personalità pericoloso

Rimandare a dopo o procrastinare è un modo per autoboicottarsi, legato ad un livello di istruzione minore e a una qualità di vita più bassa.
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Procrastinare: significato

Ci sono molti detti sull’importanza di fare ciò che va fatto nel momento in cui bisognerebbe farlo. Chi ha tempo, non aspetti tempo. Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi. L’ozio è il padre dei vizi… e via dicendo. 

Recentemente, uno studio ha confermato non solo la verità dei detti popolari, ma ha messo in luce la pericolosità della procrastinazione.

Procrastinare indica la scelta volontaria di rimandare un’azione, pur rendendosi conto che tale ritardo non è esente da conseguenze. In altre parole rimandiamo a dopo qualcosa, anche sapendo che “dopo” sarà peggio. In quest’ottica, la procrastinazione è un fallimento deciso e giustificato da noi stessi.

Non pagare subito la bolletta, pur sapendo già che ce ne scorderemo, col rischio di avere la luce staccata? Non studiare in vista di un’interrogazione? Avere problemi di salute, ma non fare nulla per gestirli? Tutti esempi di procrastinazione, legati alla frase magica: “tanto c’è tempo”.

Procrastinazione: un tratto di personalità

La tendenza a rimandare, spesso identificata con la pigrizia è stata studiata e sarebbe un tratto di personalità. Questo atteggiamento sarebbe connesso ad un’autostima più bassa, legato a un minor livello di scolarizzazione e a conseguenze dannose per la salute e la vita in generale.

Chi procrastina costantemente instaura un pericoloso circolo vizioso. Il comportamento, con la ripetizione, diventa il modo di agire abituale. Le conseguenze non sono leggere come si potrebbe pensare, dopotutto chi non ha mai rimandato a domani quello che poteva fare oggi?

In realta, quest’abitudine spesso si accompagna ad elevati livelli di ansia. Purtroppo, non fare qualcosa perché procura ansia, non farà sparire l’ansia e nemmeno quello che c’è da fare. In compenso, peggiorerà la prima e renderà più difficoltoso il secondo.

In alcuni casi, ciò che si teme sono le conseguenze. In maniera non del tutto consapevole, si cerca di non scegliere, perché in questo modo la mancata decisione ci proteggerà da quello che temiamo. Purtroppo, anche in questo caso, la strategia del procrastinare non è vantaggiosa, perché anche decidere di non fare nulla, appunto, è una scelta.

Cosa fare allora?

La personalità è un insieme di tratti stabili che ci accompagnano nel corso della nostra vita e regolano il nostro modo di pensare, sentire e agire. Ciò non impedisce che si possa comunque imparare a gestire gli aspetti del nostro modo di essere che non ci premiano, ma ostacolano il nostro successo. Ecco, allora, cinque consigli per interrompere l’inerzia e superare il blocco causato dalla procrastinazione:

  1. Capire qual è il motivo per cui stiamo rimandando qualcosa. Cosa ci blocca? Cosa temiamo? Ci stiamo nascondendo dietro la scusa della pigrizia?
  2. Identificato il problema reale, individuiamo la soluzione più adatta. Usiamo il problem solving: quali sono le opzioni per gestire il nostro problema?
  3. Tentiamo le varie soluzioni. Proviamo ognuna delle opzioni che abbiamo trovato con il problem solving.
  4. Cambiamo strategia. Se il modo che abbiamo di affrontare le cose non funziona, adottiamo una strategia organizzativa diversa. Ad esempio, possiamo cercare di scomporre il problema in sottoobiettivi più facili da affrontare.
  5. Utilizziamo il pensiero positivo. Il modo migliore di aumentare le chance di successo è avere una buona motivazione. Una delle basi della motivazione è la convinzione di potercela fare!

Fonte originale: Procrastinazione