Cosa sono e come si curano i Disturbi Alimentari

Il cibo è uno dei nostri bisogni fondamentali, ma è anche un piacere, una gratificazione, un modo di premiarsi e di coccolarsi. Siamo cresciuti nella cultura del cibo, abbiamo imparato che il cibo può essere un modo per dimostrare affetto e cura. Negli ultimi decenni, però, abbiamo anche imparato che il cibo può essere dannoso: che può fare ingrassare, che può far ammalare, che inquina il pianeta. Spesso lo abbiamo imparato nel modo sbagliato, su riviste popolari, da articoli non basati sulla ricerca scientifica, dai sentito dire e dai social network. Siamo esposti a tantissime informazioni, ma ancora fatichiamo a capire cosa siano “I disturbi alimentari”.

A tutti può capitare di mangiare in eccesso o di contro di attraversare periodi in cui si ha poco appetito. Di iniziare a mangiare e non riuscire a smettere. A molti succede di guardarsi allo specchio e non piacersi o provarsi un vestito e sentire che stringe e non ci fa sentire bene. Spesso in previsione di una vacanza o di un evento importante si è ricorsi all’ultima dieta del momento, sperando nel miracolo promesso. I disturbi del comportamento alimentare, però, sono un’altra cosa.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono dovuti a un’alterazione cronica nel rapporto col cibo e con la propria immagine corporea. Questa alterazione porta la persona a cambiare il consumo e l’assorbimento di cibo, col rischio di compromettere la salute fisica e mentale e il funzionamento sociale.

Quali sono i disturbi alimentari?

Anoressia: è un disturbo che porta alla diminuzione deliberata, da un punto di vista quantitativo, dell’assunzione di cibo, con una conseguente perdita di peso, consistente per età, sesso e salute. Questa condotta è associata ad un’intensa paura di ingrassare e all’alterazione del modo in cui la persona vive il proprio peso o la forma del corpo e influisce sul benessere mentale e sui livelli di autostima, in assenza di un riconoscimento critico della condizione di sottopeso e delle condotte alimentari associate. Il digiuno e le condotte di eliminazione talvolta associate espongono la persona a condizioni mediche significative che se prolungate possono portare al decesso. Alla malattia si accompagno un forte calo nel funzionamento in tutte le aree significative della vita (scolastica, lavorativa, relazionale, interessi).

Bulimia: il disturbo è caratterizzato dalla presenza di abbuffate ricorrenti dovute alla perdita di controllo su quanto viene ingerito. Le abbuffate si definisco per quantità (eccessiva, rispetto a quanto la persona mangerebbe normalmente), per durata (in uno spazio temporale ristretto), per la presenza di intensi vissuti emotivi a carattere negativo (colpa, vergogna…) e alla presenza di condotte di eliminazione scorrette e pericolose di quanto mangiato con l’intento di “annullare” l’episodio e ridurre il malessere fisico ed emotivo. Come per l’anoressia questo disturbo comporta un rischio grave per la salute e per il funzionamento dell’individuo.

Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder), come per la bulimia sono presenti abbuffate ricorrenti in un determinato periodo di tempo e con la sensazione di perdere il controllo fino a raggiungere una sensazione sgradevole di pienezza e con un intenso disagio durante l’episodio. In questo caso, però, le abbuffate non sono seguite dalla messa in atto di condotte sistematiche di natura compensatoria, per eliminare quanto ingerito. Questo disturbo è associato a sovrappeso e obesità e come per gli altri disturbi alimentari espone a una serie di problematiche mediche gravi.

Sindrome più recenti sono la Vigoressia e l’Ortoressia che pur non essendo ancora inquadrati come disturbi clinici, possono costituire un rischio per la salute fisica e mentale.

Con Vigoressia o Anoressia maschile si intende una forma di un’ossessione e compulsione di carattere sportivo e alimentare che ha origine da una percezione di gracilità e di inadeguatezza muscolare principalmente a carattere maschile. Questa ossessione si traduce in una modificazione del comportamento alimentare che porta la persona a seguire regimi alimentari a carattere iperproteico a cui può essere associato l’abuso di integratori, anabolizzanti o sostanze che migliorino la performance sportiva e un’intensa pratica di allenamento giornaliero. L’intento è quello di far corrispondere il proprio aspetto fisico a uno standard ideale muscoloso e in forma. La pratica sportiva non viene considerato semplicemente un piacere o un interesse, ma un obbligo a cui non ci si può sottrarre pena un intenso malessere psicologico ed emotivo. Il pensiero di non corrispondere agli standard prefissi può portare il soggetto a condotte di evitamento del proprio corpo o di esposizione sociale, con conseguente solamente nelle relazioni.

Per quanto riguarda l’Ortoressia, come per la vigoressia non si può ancora parlare di un disturbo, quanto di una pratica alimentare molto rigida fondata sull’idea di stare bene, grazie a un’alimentazione sana e mirata. In alcuni casi, però la ricerca un’alimentazione sana si trasforma in fanatismo alimentare. La persona, tendenzialmente non esperta di nutrizione, basa le scelte alimentari su convinzioni e conoscenze superficiali, magari reperite da Internet o da fonti non attendibili. Ne risulta una dieta comunque molto restrittiva e una consistente limitazione della libertà personale e all’isolamento sociale. Il cibo viene considerato al pari di una missione morale per il quale viene sacrificato tutto. Il focus non è sul peso o la forma corporea, ma sulla volontà di mantenere il proprio corpo incontaminato.