Disturbi del Comportamento Alimentare: report dal Congresso Sopsi 2015, Milano

I disturbi alimentari purtroppo sono aumentati negli ultimi anni. Soltanto in Italia, sarebbero circa 3 milioni di persone a soffrine, molte delle quali ragazze e in giovane età.
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Nella mia professione essere sempre aggiornati sulla propria area di competenza è fondamentale ed è parte integrante del lavoro di uno specialista serio. È con grande interesse, quindi, che ho seguito, durante il convegno della SOPSI (Società Italiana di Psicopatologia) il seminario sui disturbi alimentari.

I disturbi alimentari purtroppo sono aumentati negli ultimi anni. Secondo le stime del Ministero della Salute, soltanto in Italia, sarebbero circa 3 milioni di persone a soffrine, molte delle quali ragazze e in giovane età. Il workshop è stato senza dubbio molto utile. Si sono susseguite le esposizioni di diversi luminari della materia che hanno ampliato il quadro di conoscenze dei presenti.

Dalla giornata è emerso che non si può ancora parlare di una piena guarigione per la totalità dei casi. Il tasso di miglioramento delle pazienti, però, è in crescita costante e in moltissimi casi si può recuperare una Qualità di vita e un livello di salute soddisfacente.

Per chi si occupa di questi disturbi in ambito clinico, il criterio che continua ad essere considerato come il più importante è quello del recupero del peso, anche se c’è concordanza che, se preso come unico dato di riferimento, non aiuta a far luce sullo stato di benessere reale della persona, come conferma l’esperienza clinica.

Una persona con disturbi alimentari può raggiungere un peso normale anche in tempi piuttosto rapidi, ma a livello cognitivo ed emotivo, se non si interviene efficacemente, il disagio e il malessere possono rimanere pressoché invariati. 

Tra i criteri presi in esame per poter parlare di miglioramento, infatti, bisogna considerare le altre sfere, indicatori del benessere: cognitiva, emotiva, relazionale e sociale.

Un altro aspetto molto delicato di cui si è discusso è quello della dimissione e sospensione della terapia. Quando si può dire conclusa una terapia con chi ha disturbi alimentari? È una domanda che non ha un’unica risposta o una risposta semplice. Sta ancora al professionista, valutando da caso a caso la decisione.

Tutti gli interventi hanno avuto come trait d’union i fattori specifci e aspecifici che intervengono durante l’esordio, il decorso, il mantenimento e la remissione della malattia. I punti di vista invece erano molto diversi: psicopatologico, neurobiologico, medico e terapeutico. 

L’intervento più interessante è avvenuto a fine giornata. Si è parlato infatti di Anoressia Riversa o Vigoressia, una sindrome di cui si conosce ancora poco che sembrerebbe colpire solo i maschi e riguarderebbe più il controllo del fisico e della muscolatura piuttosto che quello del peso.

Per saperne di più:”I Disturbi del Comportamento Alimentare: Report dal congresso SOPSI 2015, Milano”