La paura di ingrassare al tempo del Coronavirus

Siamo sicuri che le battute sul grasso siano divertenti?
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Durante la quarantena, una delle preoccupazioni delle persone sembra essere quella di ingrassare.
Sui social network, si possono notare molte battute e scherzi in proposito. Anche la coppia formata dall’influencer più conosciuta al mondo, Chiara Ferragni e il rapper Fedez, per esempio, ha pubblicato una foto che “scherza” sul fatto che usciranno da questo isolamento obesi. Voglia di prendersi in giro o body shaming?

Scherzare sul corpo: la fobia del grasso e il body shaming

Negli Stati Uniti, un hashtag popolare associato agli scherzi su questo tema è diventato #covid15. Il numero si riferisce alle 15 libbra (circa 7 kg) che prendono in media gli studenti quando si trasferiscono all’università.

Questo modo di scherzare, sulla vita più sedentaria e l’eventuale cambio dell’alimentazione, non tiene conto di alcuni aspetti problematici. Molte persone vivono con difficoltà il rapporto con il peso e il corpo che è iniziata ben prima della quarantena.

Questi scherzi possono nascondere, inoltre, fatphobia e body shaming. La grassofobia, in italiano, descrive l’atteggiamento moralistico di cui spesso sono oggetto le persone in sovrappeso o obese. Costituisce una forma di body shaming, di bullismo sul tema corporeo.

I commenti negativi sull’aspetto fisico sono portatori, infatti, di un messaggio negativo, più o meno nascosto, nei confronti di chi non corrisponde a un’immagine irrealistica e stereotipata di bellezza associata all’esser magri che colpisce il mondo femminile, ma non solo: la cultura della dieta.

I comfort food come risposta al Covid-19 

Il cosiddetto comfort food ovvero la categoria di cibi molto sapidi o dolci, e calorici, sembra avere avuto un incremento in questo periodo e non sorprende.

Visto lo stress che le persone si trovano a vivere – tra l’ansia del contagio, i problemi lavorativi per l’isolamento forzato e la paura del futuro – è possibile che il cibo sia una risposta per far fronte allo stress e cercare conforto.

Non è di per sé sbagliato, ognuno di noi hai ai suoi cibi “consolatori” che fanno magari parte delle tradizione familiare o sono un ricordo dell’infanzia. Sono quei piatti associati a concetti come amore, protezione e conforto. Cercare rifugio nel cibo diventa un problema quando è l’unica strategia per gestire le emozioni.

La quarantena e il bisogno controllo

Se dai social network può sembrare che tutti stiano impiegando il tempo libero a cucinare e a mangiare, la realtà è differente per tanti. Molte persone reagiscono alla perdita di controllo sulla propria esistenza, tipica di questo momento, con un atteggiamento contrario.

Può capitare anche che per reagire allo stress la tendenza sia, infatti, di aumentare il controllare su ciò che viene mangiato, nell’ottica anche di ridurlo e perdere peso. Concentrarsi sul corpo e la sua forma, controllare il numero sulla bilancia, vederlo scendere, ad alcuni regala un falso senso di sicurezza su ciò che si sta vivendo e di cui, di fatto, non si ha nessun controllo.

Quando il cibo è la risposta sbagliata

Quando mangiare male, in eccesso o non mangiare proprio, diventano delle strategie preferenziali, se non l’unico modo, per regolare emozioni negative e preoccupazioni abbiamo un possibile campanello d’allarme. Il rischio è aggiungere un ulteriore problema a quelli esistenti e che può evolvere in un disturbo alimentare.

Prima di condividere un meme, una gif o una battuta che prende in giro il mangiare e l’ingrassare, pensiamoci. Chiediamoci se può ferire qualcuno, se è possibile che peggiori il modo in cui una persona si vede o se può farla sentire “sbagliata”.

Per tutti quelli che sentono di stare combattendo una guerra col cibo o col proprio corpo, ricordatevi che non siete soli.
Se pensate di avere un problema col cibo e con il vostro corpo che vi fa stare male, chiedete aiuto. Io ci sono.