Le malattie mentali sono ereditarie?

Spesso il timore nei familiari di chi soffre di un disturbo mentale è quello di potersi ammalare della stessa malattia, è una paura fondata?
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I disturbi della mente per secoli sono stati guardati con sospetto, giudicati incomprensibili e pericolosi. Chi ne soffriva nel migliore dei casi veniva allontanato dal resto della comunità o rinchiuso in qualche istituzione.

Il secolo scorso, però, si è concentrato sullo studio delle malattie mentali, sia dal punto di vista psicologico e sociale che medico, per rispondere alla domanda: le malattie mentali sono ereditarie?

In particolare gli studi di genetica si sono occupati dell’ipotesi che le malattie mentali fossero tramandate attraverso il patrimonio genetico dai genitori ai figli.

Le ricerche hanno riguardato le basi genetiche di patologie come la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione e l’anoressia nervosa, per individuare delle variazioni nei geni a cui poter attribuire un ruolo nell’esordio di questi disturbi.

La certezza dei dati, però, è limitata dal fatto che non si può separare l’individuo dal suo ambiente, dalle esperienze personali e dalle caratteristiche personologiche che contribuiscono allo sviluppo e al mantenimento di qualsiasi patologia fisica o mentale.

Gli studi condotti sui gemelli omozigoti, eterozigoti e i gemelli che non sono cresciuti nella stessa famiglia hanno, comunque, dato un contributo importante in questo senso. I risultati sulla schizofrenia, ad esempio, indicano, nei gemelli omozigoti ovvero i gemelli che condividono il 100% del patrimonio genetico, una concordanza solo nel 50-60% dei casi e lo stesso dato rimane stabile anche nei gemelli omozigoti adottati.

Ciò vuol dire che se uno dei due gemelli si ammala del disturbo, nel 40-50% dei casi all’altro gemello non accade, a prescindere dalla condivisione dello stesso ambiente di vita o meno. Per la depressione alcuni studi genetici hanno raggiunto una concordanza maggiore, ma nessuno comunque arriva a quella del 100%.

Ancora non vi è certezza, quindi, su quello che porta una persona a sviluppare un disturbo mentale, mentre un’altra no. Esistono dei i marker neurobiologici di rischio psicopatologico nello sviluppo di alcuni disturbi mentali che vengono trasmessi in maniera ereditaria, ma sono solo una delle componenti coinvolte. La vulnerabilità ovvero il rischio di ammalarsi, dovuta all’espressione genetica, non è un destino ineluttabile verso la malattia mentale.

La teoria più accreditata rimane ancora l’origine mutifattoriale dei disturbi della mente. Un insieme di cause genetiche, ambientali, personologiche, sociali, relazionali, biologiche etc. combinate insieme possono portare allo sviluppo e mantenimento della malattia.

La famiglia però è anche un sistema che interagisce con tutte le sue parti. Un sistema a partire dal quale i singoli ricavano, ad esempio il senso di identità o le dinamiche relazionali che poi replicheranno all’esterno. Non si può, quindi, pensare che il malessere di un solo membro non abbia comunque un grande impatto anche in termini di sofferenza psicologia sugli altri familiari.

 

Fonte: Journal of Psychopatology: "Psicopatologia e sua espressività in gemelli omo ed eterozigoti"