Violenza sulle donne: come riconoscere i segnali e a chi rivolgersi

Quali sono i segnali per riconoscere un partner violento, come cercare aiuto e a chi chiederlo
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Oggi, 25 novembre 2018, è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Questo weekend, si stanno svolgendo manifestazioni, sit-in, talk in tutta Italia e nel mondo per cercare di combattere il fenomeno parlandone.

Purtroppo, quando una donna si trova in una situazione di violenza, non sempre sa cosa fare per proteggersi e proteggere eventuali figli, soprattutto quando la violenza è di tipo domestico, cioè a causa di un familiare, il fidanzato o il marito.

Per queste ragioni la sensibilizzazione è importante in questa lotta. Il miglior modo di prevenire i crimini di genere è cambiare la cultura che li circonda. 

 

Perchè è difficile uscire da una relazione violenta?

 

Le ragioni per cui si continua a vivere in un rapporto malsano sono tante. Molte riguardano la storia di vita della persona. Spesso chi è vittima di violenza nel presente, ha un passato di violenza. Questo ha un grande impatto sulla personalità, l’autostima e la visione del mondo. Altri motivi riguardano l’esterno, il timore di non essere credute, la percezione o meno di poter essere aiutate. 

Spesso ci si convince che è troppo difficile e pericoloso spezzare il legame di violenza e non basta la pila di referti del Pronto Soccorso o il costante vissuto di pericolo a far prendere consapevolezza. Quindi ci si convince con frasi del tipo “è solo stressato”, “è solo una fase”, “fa così perché mi ama troppo” oppure, peggio ancora, è la donna stessa che si prende la colpa dei gesti di violenza di lui: “sono io che l’ho fatto arrabbiare”, “se solo io fossi una fidanzata/compagna/moglie migliore”…

La sensibilizzazione sul tema vuol dire, anche, informare vittime e potenziali vittime di violenza di genere di quali sono i sintomi di una relazione malata. Il primo passo per spezzare un legame malato è avere consapevolezza di averne uno

 

I segnali a cui prestare attenzione

 

All’inizio queste relazioni sembrano idilliache. I primi segnali della lista in realtà sono comuni a molte storie che non diventano poi disfunzionali. È normale che quando si conosce qualcuno si cerchi di far vedere il meglio di sé e di comportarsi di conseguenza. Il problema è che l’incipit di queste storie fa pensare che il film sia una commedia romantica, ma il resto della storia, ben presto, si dimostra più simile ad un horror.

I segnali più evidenti di una relazione potenzialmente violenta sono:

  • Vi sembra che il vostro partner stia correndo troppo nella relazione. Vi conoscete da poco e lui parla di andare a vivere insieme o di sposarvi.
  • Il partner si dedica esclusivamente a voi. Appare come l’uomo dei sogni: mille attenzioni, regali, promesse. Si presenta come il principe azzurro e voi ovviamente siete la sua principessa.
  • Vi sentite idealizzate, idolatrate, messe su un piedistallo. 
  • Vi conquista con grandi gesti, vi offre regali costosi e non bada a spese al ristorante o in viaggio perché “per te solo il meglio”.
  • Vi promette che sarà lui a prendersi cura di voi. Penserà a tutto lui. Voi non dovrete preoccuparvi più di nulla.
  • Mostra una gelosia generalizzata. Non gli danno fastidio solo gli altri uomini che magari vi guardano o parlano. Mette il broncio anche se passate del tempo con amici e familiari 
  • Iniziate a limitare le uscite con le amiche perchè a lui non piacciono o perchè mette in rubbio i “reali” motivi sul perché volete passare una serata senza di lui.
  • L’intimità sessuale con lui vi fa sentire a disagio. La dolcezza che mostra fuori dal letto, scompare. Vi sentite trattate come un oggetto di piacere. Il rapporto non è paritario, lui pensa solo a se stesso e non si preoccupa del vostro benessere.
  • Sembra ipersensibile, qualsiasi cosa potrebbe urtarlo, offenderlo. Non tollera il minimo disaccordo o di essere contraddetto. Qualsiasi appunto viene percepito da lui come una critica gravissima e viene estremizzato.
  • Iniziate a pensare a come lui potrebbe reagire prima di fare qualcosa. Avete paura di lui e dei suoi scoppi di rabbia, cercate di prevederli e prevenirli.

 

Fasi di una relazione violenta

 

Una relazione violenta non lo diventa da un giorno all’altro. Il primo schiaffo, in realtà, è preceduto da tanti segnali più o meno visibili. Per quanto le storie individuali siano differenti, ogni relazione malsana è contraddistinta dagli stessi stadi che si ripetono ciclicamente. In questo modo la violenza si radicalizza. La donna diventa sempre tollerante, finché la violenza diventa normalità. All’opposto, l’escalation della violenza si ripete sempre più velocemente e con crescente intensità. 

1) Fase di Tensione

La violenza ancora non si è manifestata in modo palese. LUI comunica la sua ostilità con silenzi, sguardi offesi o un timbro di voce infastidito. LEI avverte la tensione e cerca di essere gentile, di calmarlo o di accontentarlo. È una fase di accumulo della violenza, LUI si comporta in modo da poter scaricare la responsabilità di stress e frustrazioni su di lei tramite dei pretesti. LEI inizia a sentirsi effettivamente responsabile. LUI, di contro, nega di avere un problema e accusa LEI di avere una percezione distorta della realtà. LUI arriva alla violenza verbale: urla, insulti, minacce.

2) Fase dell’Attacco

LUI non sembra più avere il controllo di sé. Arriva alla violenza fisica per gradi: rompe oggetti, inizia a spintonare, a torcere le braccia. Poi passa agli schiaffi, ai pugni, usare le armi. LEI non reagisce, ha paura di farlo arrabbiare ancora di più. Non si difende, è triste e si sente impotente. Si sottomette.

3) Fase del Pentimento

LUI cerca di annullare o minimizzare le sue azioni. Dà la colpa a lei di averlo provocato o attribuisce il suo comportamento violento a cause esterne (stress, rabbia, alcol, lavoro). LEI aderisce alla visione di lui e si prende la colpa. LUI chiede perdono e promette che le cose cambieranno. LEI si ripromette di stare più attenta e cambiare.

4) Fase della Luna di Miele

LUI sembra essere quello di un tempo. È premuroso, gentile, aiuta in casa, fa regali e la rassicura. Si mostra sottomesso. LEI spera nel suo cambiamento e pensa che il suo amore lo guarirà. In questa fase se lei ha denunciato ritirerà la denuncia. Se è andata via di casa, tornerà.

 

A chi rivolgersi in caso di violenza 

 

Ci sono molti servizi e centri in Italia che hanno lo scopo di aiutare le donne in difficoltà. Luoghi che offrono assistenza immediata nel breve termine e che sono in grado di sostenere le vittime di abusi nel percorso di allontanamento nel lungo termine. Solitamente questi centri svolgono un lavoro di equipe che coinvolge psicologi, medici, assistenti sociali, avvocati e forze dell’ordine.   

Il primo passo che si può fare è chiamare il Telefono Rosa al numero verde 1522. Un operatore aiuterà a trovare il centro anti-violenza più vicino. È un servizio gratuito e multilingue, attivo 24 ore su 24.

Un altro canale è la Rete D.i.Re. https://www.direcontrolaviolenza.it/ che coinvolge più di 80 centri antiviolenza su tutto il territorio. 

Si può consultare il sito http://comecitrovi.women.it dove vengono descritte attività e caratteristiche delle associazioni approvate dal Ministero per le Pari Opportunità.

Ci sono numerose app che si possono consultare dal proprio cellulare: Where Are U, l’app ufficiale del 112 per i casi di emergenza, quella di D.i.Re. per consultare il centro antiviolenza più vicino, per citarne alcune.

Rivolgersi al Pronto Soccorso degli ospedali, perché dal 2015 è attivo il “Codice Rosa” ovvero il protocollo da seguire in caso di violenza sulle donne. È importante dire che, se prima la denuncia presso i servizi pubblici partiva automaticamente, oggi, se non c’è un rischio minori, è la donna che deve prendere questa decisione. 

Se la vittima di violenza è, invece, una vostra amica o una vostra familiare, ecco un link offerto dall’associazione Casa delle Donne, per capire come intervenire.

Le cose sembra stiano cambiando, seppur lentamente. Negli ultimi mesi, sui social network a livello globale sono state lanciate campagne come quella contraddistinta dall’hahstag #metoo – in Italia diventato #quellavoltache – per denunciare le molestie e raccogliere le testimonianze degli abusi sulle donne nel mondo dello showbusiness. #Nonènormalechesianormale è l’ultimo nato sui social network è ha lo scopo di aggregare le storie di molestia vissute, promosso dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna per presentare la campagna di sensibilizzazione in occasione di questa giornata.